La persecuzione continua con la disinformazione mediatica

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Il CBD non è illegale, ma la battaglia per la sua libera vendita è tutt'altro che vinta. Anzi, subisce continui attacchi da parte di chi vorrebbe classificarlo come stupefacente, ostacolandone l'accesso a chi ne ha bisogno per motivi terapeutici o di benessere.

Le Dichiarazioni di Lollobrigida

Il 10 luglio 2024, il ministro Francesco Lollobrigida ha espresso una posizione ferma contro la liberalizzazione della cannabis light. Durante un'intervista a Sky TG24, Lollobrigida ha sottolineato i rischi per la salute pubblica, sostenendo che l'uso della cannabis light possa essere un pericoloso precedente verso la legalizzazione delle droghe pesanti . Tuttavia, le sue affermazioni hanno sollevato critiche da parte di esperti del settore e di alcuni membri della società civile, che ritengono la sua posizione troppo rigida e non supportata da evidenze scientifiche.

Il Decreto Schillaci: Una Mossa Controversa

Parallelamente, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha emesso un decreto che classifica i prodotti a base CBD per uso orale come sostanza stupefacente . Questa decisione è stata presa nonostante una recente sentenza del TAR che aveva sollevato dubbi sulla legittimità di tale classificazione. Una decisione sconcertante e priva di base scientifica, come denunciano numerose associazioni ed esperti del settore. Il CBD, infatti, non ha effetti psicoattivi e non crea dipendenza, come ampiamente dimostrato da studi clinici e ricerche internazionali.

Anzi, il CBD ha dimostrato avere numerose proprietà benefiche per la salute. Può essere utile per alleviare dolori cronici, ansia, insonnia, epilessia e molte altre patologie. Inoltre, ha proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e neuroprotettive.

La scelta di Schillaci appare quindi come un atto di ingiustizia e disinformazione verso i cittadini. Si ignora completamente il parere della comunità scientifica e si assecondano interessi che nulla hanno a che fare con la tutela della salute pubblica.

È inaccettabile che il CBD venga demonizzato e reso inaccessibile. Dobbiamo continuare a mobilitarci per difendere il diritto di tutti ad accedere liberamente a questa sostanza naturale con immense potenzialità terapeutiche.

Non possiamo permettere che la disinformazione e gli interessi di pochi prevalgano sulla scienza e sul benessere di tante persone.

Critiche e Possibili Conseguenze

Le azioni di Lollobrigida e Schillaci hanno generato un'ondata di critiche da parte di esperti di salute pubblica, rappresentanti del settore della cannabis e gruppi di difesa dei diritti civili. Secondo molti, queste misure rappresentano un passo indietro nel progresso verso una regolamentazione più equilibrata e basata su dati scientifici. Gli oppositori delle nuove normative temono che esse possano spingere il mercato del CBD verso il mercato nero, aumentando i rischi per la sicurezza dei consumatori e riducendo le opportunità di ricerca e sviluppo nel campo della medicina naturale.