In Germania Guida Libera con THC, in Italia Fascismo Mascherato da Moralità

In Germania Guida Libera con THC, in Italia Fascismo Mascherato da Moralità

 

La Germania ha intrapreso un percorso decisivo verso la legalizzazione della cannabis a scopo ricreativo. Questa svolta è entrata in vigore il 1° aprile 2024, consentendo ai cittadini tedeschi maggiorenni di possedere fino a 25 grammi di cannabis e coltivare fino a tre piante per uso personale​.
Inoltre, sono stati istituiti i "Cannabis Club" senza scopo di lucro, dove gli adulti possono coltivare e condividere cannabis in un contesto regolamentato, limitato a un massimo di 500 membri. Questa regolamentazione cerca di evitare il mercato nero e garantire una distribuzione sicura e controllata della cannabis.
La Germania si pone così all’avanguardia in Europa, accanto a Malta e Lussemburgo, che hanno adottato politiche simili.

Tuttavia, la legalizzazione tedesca non significa un "liberi tutti", poiché restano in vigore norme stringenti per garantire la sicurezza, soprattutto alla guida. Dal 22 agosto 2024, chi consuma cannabis può guidare solo se il livello di THC nel sangue è inferiore a 3,5 nanogrammi per millilitro. Questo limite è valido solo per i conducenti con più di due anni di esperienza o di età superiore a 21 anni. In caso contrario, la guida sotto l'effetto della cannabis comporta una multa di 500 euro e la sospensione della patente per un mese​.

Questa normativa mira a trovare un equilibrio tra la libertà personale e la sicurezza pubblica, con un’attenzione particolare ai pericoli legati alla guida sotto l'influenza di sostanze psicoattive. Le sanzioni diventano più severe se la cannabis viene combinata con alcol, con multe che possono arrivare fino a 1.000 euro. Nonostante la legalizzazione, l'Automobile Club Tedesco (ADAC) continua a raccomandare di evitare la guida dopo aver consumato cannabis, poiché anche sotto i limiti legali potrebbe esserci un impatto negativo sulle capacità di reazione del conducente.

La Situazione in Italia: Un Clima di Incertezza

In contrasto con la Germania, l’Italia mantiene una posizione restrittiva sulla cannabis a scopo ricreativo. La cannabis light, con un contenuto di THC inferiore allo 0,6%, rappresenta un compromesso, ma il settore è costantemente sotto pressione. Recentemente, l’incertezza normativa ha colpito duramente i coltivatori italiani, che temono che nuove restrizioni possano minare un mercato già fragile.
Nonostante la cannabis light sia teoricamente legale, l'assenza di una regolamentazione chiara e coerente continua a creare problemi. Molti imprenditori nel settore della canapa lamentano la mancanza di direttive precise da parte del governo, il che rende difficile pianificare investimenti e sviluppo a lungo termine. La pressione politica, unita alla retorica anti-cannabis di alcune parti del governo, alimenta ulteriormente l'incertezza, con il rischio che numerose aziende debbano chiudere. 

Un Paragone tra Germania e Italia

Il contrasto tra la Germania e l'Italia è netto. Da un lato, la Germania ha legalizzato la cannabis ricreativa con una regolamentazione chiara, includendo norme precise per la guida sotto l'influenza di THC. Dall'altro, l'Italia rimane bloccata in un limbo normativo, con la cannabis light che rappresenta l'unico spiraglio per il settore, ma che è costantemente minacciata da nuove restrizioni.
Mentre la Germania si muove verso un modello più progressista, regolamentando l'uso e la distribuzione della cannabis per ridurre il mercato nero e garantire la sicurezza pubblica, l’Italia continua a dibattersi tra incertezze legislative e pressioni politiche, lasciando imprenditori e consumatori in una situazione precaria. Questo divario riflette due approcci diversi alla questione delle droghe leggere in Europa: uno più orientato alla regolamentazione e al controllo, l’altro più restrittivo e basato sulla deterrenza.

La legalizzazione della cannabis in Germania potrebbe fungere da modello per altri Paesi europei, mentre l’Italia si trova a dover affrontare una scelta: continuare con l’attuale approccio restrittivo o muoversi verso una regolamentazione più progressista. Nel frattempo, il settore della cannabis light in Italia rimane appeso a un filo, sperando in una maggiore chiarezza normativa per poter prosperare senza il timore di nuove restrizioni.
 

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