Parlamento Europeo durante una sessione sulla regolamentazione della canapa

Indagine UE sulla Normativa Canapa: a Rischio il Settore Italiano?

La canapa industriale e l’indagine UE sulla normativa italiana

La canapa industriale è al centro di un acceso dibattito a seguito delle restrizioni introdotte dal Governo Italiano nel 2024. Il Parlamento Europeo ha avviato un’indagine UE sulla normativa canapa, accogliendo una petizione firmata da numerose associazioni di settore. L’obiettivo è verificare la conformità delle nuove disposizioni italiane con il diritto comunitario.

Questa decisione rappresenta una vittoria per gli operatori del settore, che da tempo denunciano il rischio di un drastico ridimensionamento dell’industria della canapa a causa di provvedimenti considerati arbitrari e privi di basi scientifiche.

Quali sono le norme sotto indagine dell’UE sulla canapa?

L’indagine UE sulla normativa canapa riguarda due misure adottate dal Governo Italiano nel 2024, che hanno posto forti restrizioni al mercato:

  • Decreto Min Sal del 27 giugno 2024 – Ha classificato i prodotti orali contenenti CBD come stupefacenti, vietandone la vendita.
  • Articolo 18 del DDL Sicurezza – Ha introdotto limiti alla coltivazione e commercializzazione della canapa, penalizzando gli operatori del settore.

Secondo le associazioni promotrici della petizione, queste norme violano il Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), in particolare gli Articoli 34 e 36, che garantiscono la libera circolazione delle merci.

Perché la normativa italiana sulla canapa è controversa?

L’indagine UE sulla normativa canapa nasce dalla preoccupazione per l’impatto negativo che queste restrizioni potrebbero avere sull’economia italiana. Il settore della canapa industriale è in forte crescita, coinvolgendo migliaia di aziende, agricoltori e imprenditori. Tuttavia, le nuove regole rischiano di:

  • Svantaggiare il mercato italiano rispetto agli altri Paesi UE, dove il CBD e la canapa industriale sono regolamentati in modo meno restrittivo.
  • Creare danni economici a centinaia di imprese, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro.
  • Essere in contrasto con la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che ha già stabilito che gli Stati membri non possono limitare il commercio del CBD senza prove scientifiche concrete.

La posizione dell’Unione Europea sulla normativa canapa

La Commissione per le Petizioni del Parlamento Europeo (PETI) ha ritenuto fondate le richieste delle associazioni e ha avviato un’indagine UE sulla normativa canapa, coinvolgendo anche:

  • La Commissione per l’Ambiente, la Sanità Pubblica e la Sicurezza Alimentare
  • La Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale

Inoltre, una sentenza della Corte di Giustizia dell’UE del 4 ottobre 2024 (C-793/22) ha confermato che gli Stati membri non possono imporre restrizioni alla coltivazione e alla vendita di canapa industriale senza prove scientifiche sui rischi per la salute pubblica​.

Questa decisione potrebbe obbligare il Governo Italiano a rivedere le norme contestate, per evitare una violazione delle regole UE.

Prossimi passi: cosa succederà ora?

L’indagine UE sulla normativa canapa è in corso e il Parlamento Europeo ha deciso di mantenere aperta la petizione, affidando il caso alla Commissione Europea per una risposta ufficiale. Nel frattempo:

  • Il Gruppo Verdi/ALE ha chiesto un’esaminazione urgente della petizione, data la sua rilevanza per il mercato europeo della canapa.
  • Le associazioni di settore continuano a fare pressione sul Governo Italiano, affinché si adegui alle norme UE.
  • La Commissione Europea sta valutando la legittimità del divieto di commercio del CBD, imposto dal Ministero della Salute.

Come sostenere la petizione per la canapa in Italia?

Se sei un’azienda, un’associazione o un professionista del settore canapa, puoi ancora partecipare alla battaglia per una regolamentazione equa firmando la petizione:

👉 Firma la petizione qui

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